domenica 24 novembre 2013

Approfondimento: I Castelli

Il castello è un complesso architettonico composto di uno o più edifici fortificati, tipico del Medioevo, costruito per ospitare una guarnigione di soldati, con il loro comandante (il castellano) e i suoi familiari. Esso sorge solitamente in un luogo strategico, spesso in posizione elevata, rialzata o arroccata e facilmente difendibile. Molti castelli in principio erano solo delle torri di guardia isolate, solitamente di legno, adatte a proteggere appezzamenti di terreno e a controllare passaggi obbligati.Con il passare degli anni si assiste a un progressivo processo evolutivo dove il castello diventa un complesso di edifici fortificati, a volte comprendenti un intero borgo, abitato dal popolo che serve il Signore e i suoi bisogni e che, all'occorrenza, si rifugia all'interno del complesso fortificato sopportando assedi. Il castello ha funzione difensiva fino dal tardo XVI secolo quando i castelli medievali vengono fortemente trasformati, a causa del forte utilizzo di armi da fuoco. Le torri alte e svettanti divengono più basse e larghe fino a divenire bastioni a forma di punta, per meglio deviare i colpi d'artiglieria. Viene anche abbandonata la fisionomia difensiva per compartimenti stagni in favore di una più ampia accessibilità delle varie parti, in modo da poter agevolmente raggiungere i punti sotto attacco e rifornirli di munizioni e uomini. Si ha, pian piano il passaggio a torrioni tondi, maggior spessore delle mura e aggiunta di una punta ai torrioni tondi. Spesso i castelli erano circondati da fossati, che potevano essere colmi d'acqua oppure semplici fossi. Il fossato impediva al nemico di attaccare le torri dal basso cercando di farle crollare e permetteva di mantenerlo ad una distanza tale da poter colpire il nemico con frecce. Con la nascita delle fortificazioni moderne e delle cittadelle, i castelli non più modificabili efficacemente per resistere alle pressanti innovazioni, vengono ristrutturati come residenze signorili per le famiglie nobili.

giovedì 24 ottobre 2013

Cristianesimo ed islam: un confronto su tre continenti

Sulle rive del Mediterraneo si affacciano tre Continenti: Europa, Asia e Africa. Gli antichi lo consideravano il centro del Mondo. Nei secoli compresi fra XI ed il XIII, in coincidenza con la crescita commerciale dell'Occidente, queste tre civiltà si scontrarono: gli Europei furono avvantaggiati dal fatto che sia l'Impero bizantino che quello islamico attraversavano un fase di crisi. Bisanzio era ormai entrata nel suo lento ma irreversibile declino e subiva l'aggressione islamica sui confini orientali. I rapporti fra mondo islamico e mondo cristiano furono decisamente più vantaggiosi per l'Europa, soprattutto da un punto di vista culturale. L'Occidente ricevette infatti dagli Arabi forme artistiche, nuove tecniche in vari ambiti ed idee scientifiche fondamentali per il suo sviluppo. La rinascita dell'Occidente dopo il 1000 coincise con la crisi della potenza araba. Dall'VIII secolo l'Impero si frantumò in tanti regni islamici che riconoscevano solo formalmente il potere centrale. Tra questi si impose quello dei Turchi che dall'XI secolo estesero i loro possedimenti fino a conquistare Gerusalemme (1071) e molti dei territori di Bisanzio. Della crisi araba approfittarono subito i regni cristiani di Spagna, l'Aragona e la Castiglia, che dal 1085 al 1262 realizzarono la grande RECONQUISTA, cioè riconquistarono tutto il territorio della penisola Iberica lasciando ai mussulmani solo il piccolo Regno di Granada. Il dominio Turco fu intollerante verso i Cristiani e vietò i pellegrinaggi. Nel 1095 Urbano II invitò i cristiani ad andare a combattere gli infedeli che avevano occupato la città di Gerusalemme: iniziarono così le Crociate. La prima crociata nel 1099 riuscì a liberare Gerusalemme; in Terrasanta vennero costituiti nuovi Regni: gli Stati Crociati d'Oriente. Dopo neanche un secolo però l'emiro dell'Egitto (Saladino) riconquistò la Terrasanta, la stessa Gerusalemme nel 1187, l'Egitto, la Siria, la Mesopotamia e l'Arabia meridionale. Dopo la prima, vennero indette altre 7 Crociate. La quarta crociata non giunse mai a Gerusalemme, in compenso assediò e saccheggiò Costantinopoli (1204). Tra le altre Crociate merita di essere ricordata la sesta (1228-1229), guidata da Federico II di Svevia, che raggiunse con la diplomazia un inaspettato successo ottenendo dal sultano d'Egitto la liberazione dei luoghi Santi per circa 10 anni. Oltre alle cause religiose le Crociate ebbero anche ragioni economiche e demografiche. Le crociate diedero impulso all'economia. e di ciò si avvantaggiarono soprattutto le città marine, ma irrigidirono i fanatismi religiosi. Nell'Occidente cristiano l'intolleranza verso le fedi diverse si manifestò soprattutto nel corso del Medioevo. In particolare, oltre agli infedeli, furono presi di mira gli eretici, cioè coloro che non condividevano la dottrina ufficiale della Chiesa. Le società precristiane non ebbero problemi di intolleranza religiosa. Il pluralismo religioso era accettato: all'interno dell'Impero romano i popoli delle diverse regioni erano lasciati liberi di praticare i propri culti tradizionali. La persecuzione romana verso i cristiani affrontava una questione di politica, di ordine pubblico perché i cristiani non volevano adorare l'Imperatore commettendo di fatto un atto di ribellione. Da religione perseguitata, il cristianesimo divenne religione di Stato. Gli Ebrei vennero accusati di deicidio e nel corso del Medioevo l'intolleranza si scatenò contro l'islam. Nonostante ciò i mussulmani consentirono agli Ebrei ed ai cristiani di professare la loro fede a condizione che non violassero l'autorità islamica. Contemporaneamente alle crociate ed all'espansione islamica, si affermò l'Impero mongolo sotto la guida di Gengis Khan. Nessun altro Impero nella storia è riuscito ad eguagliare le dimensioni di quell'Impero. L'esercito di Gengis Khan attaccò la Cina settentrionale varcando nel 1213 la Grande Muraglia. Poi si volse verso Occidente: caddero città come Bukara e Samarcanda, importanti nodi della comunicazione intercontinentale. L'ultimo assalto si rivolse alla Persia Orientale, la Georgia e la Bulgaria: erano ormai alle porte dell'Europa. Gengis Khan morì nel 1227. Dall'enorme Impero lasciato da Gengis Khan, nel 1259 si costituirono 4 grandi Regni o Khanati che da quel momento avrebbero avuto storie autonome e talvolta persino conflittuali: il Khanato del Gran Khan (Cina); il Khanato di Chagatai (Turkestan); il Khanato di Ilkhan (Persia); il Khanato dell'Orda d'oro (Russia). La pax Mongolica determinata dall'unità dell'Asia favorì i commerci tra Occidente e Oriente. Tra i mercanti che si avventurarono in queste terre è famosa la famiglia Polo di Venezia che raggiunse la Cina e visse molti anni presso l'Imperatore di Pechino. Marco Polo ebbe incarichi importanti che gli permisero di conoscere quella civiltà lontana.

La rinascita economica dell'Occidente

Nell'anno 1000 vennero poste le basi di un successivo "boom" che caratterizzò i secoli dell'età moderna (XV-XIX) e diede all'Europa il primato economico nel mondo. Nel I e II secolo del I millennio l'economia attraversò un ciclo positivo in cui l'Impero romano raggiunse il suo apice: si era sviluppata un'economia monetaria stabile e il centro di questo sistema economico erano le città. Il benessere e la prosperità economica di questa fase erano determinate da tre fattori principali: la pace e la stabilità politica, la presenza di un'efficace rete di comunicazioni e la varietà e l'unità del territorio imperiale. Il ciclo positivo iniziò ad entrare in crisi verso la fine del III secolo, causata dall'instabilità politica e dalle guerre che caratterizzarono l'ultimo periodo dell'Impero. L'Oriente, più ricco e meglio organizzato politicamente, superò la crisi e trasmise l'eredità della romanità all'Impero bizantino. L'Occidente invece si avviò verso la rovina e la disintegrazione. Il momento più critico per l'Occidente si verificò dal VI all' VIII secolo. I problemi più gravi di questo periodo furono lo spopolamento, l'abbandono delle città, la regressione a un'economia naturale e la crisi dell'agricoltura. Nell'Alto Medioevo la crisi impose una riorganizzazione dell'economia. Dalla prosperità dei primi anni dell'Impero romano, si passò ad un sistema economico essenzialmente agrario, poco differenziato e con scambi limitati a livello locale (economia curtense). Durante l'Alto Medioevo la terra venne progressivamente divisa in possedimenti chiamati CURTES o VILLAE concentrati nelle mani di re o importanti signori feudali cioè nobili, ed ecclesiastici. Le CURTES appartenevano ad un DOMINUS cioè un "signore"; ogni CURTIS era divisa in due parti: la PARS DOMINICA che era la parte riservata al padrone e la PARS MASSARICIA che era la parte affidata in concessione a servi o a contadini liberi che pagavano al signore un canone. La PARS MASARICIA era divisa in MANSI: INGENUILI, se affidati a contadini liberi e SEVILI se affidati a dei servi che godevano di una certa autonomia. I lavoratori della terra nella CURTIS erano i servi (=schiavo). Con il tempo la parola "servo" non indicò più un bene che si poteva vendere e comprare ma il contadino legato alla terra (servitù della gleba). Invece, coloro che venivano comprati e venduti, presero ad essere chiamati slavi (diede origine alla parola schiavo). La signoria locale era il territorio sul quale il signore esercitava una serie di poteri pubblici: il potere di riscuotere le tasse, quello militare e giudiziario. La signoria locale era dunque anche un centro economico autosufficiente in cui si produceva il necessario per la vita della comunità. Era però una società economicamente bloccata perchè il SURPLUS che si produceva era minimo. I centro della signoria locale era costituito dal castello, che si trovava nella PARS DOMINICA, dove tutti si rifugiavano in caso di attacco militare. Dal castello il signore esercitava il potere: riscuoteva i tributi, regolava l'uso delle strutture di pubblica utilità, amministrava la giustizia, occupandosi di controversie locali o di piccoli crimini. La signoria era dunque una sorta di "microcosmo". Intorno all'anno 1000 l'Europa conobbe la rinascita dell'Occidente. La crescita della popolazione e quella dell'economia si stimolarono a vicenda. Questa rinascita generale ed in particolare la ripresa dell'economia fu il prodotto di vari fattori concomitanti: il clima divenne meno freddo e meno piovoso, cessarono le invasioni, furono introdotti nuovi strumenti per lavorare la terra, la necessità di aumentare le risorse alimentari spinse i contadini a dissodare o a bonificare nuove terre. Un elemento importante di ripresa riguardò anche la condizione dei servi: molti di loro diventarono dei contadini liberi, nelle condizioni di crearsi una famiglia e di mettere al mondo dei figli. In agricoltura si diffuse un nuovo aratro: l'aratro pesante in ferro e montato su ruote che ne rendevano più agevole il traino. Si diffusero anche altri strumenti in ferro come la falce o i ferri per gli zoccoli degli animali. A queste innovazioni si aggiunse la diffusione del mulino ad acqua o a vento. Nel mondo antico e medioevale l'unico concime conosciuto era il letame. Era necessario far riposare periodicamente il terreno con la rotazione delle colture. Rotazione biennale: metà terreno veniva coltivato mentre l'altro lasciato a riposo. Rotazione triennale: un terzo dei campi era seminato in autunno, un terzo in primavera ed un terzo lasciato a riposo. Tra il X ed il XIII secolo la popolazione europea raddoppiò. L'aumento della popolazione fornì sia le braccia necessarie che la spinta per dissodare nuove terre. Sorsero villaggi. Furono bonificate zone paludose e gli uomini iniziarono a stanziarsi sulle montagne. Dopo l'XI secolo lo sviluppo agricolo consentì di disporre di eccedenze che venivano vendute nei mercati dei villaggi o delle città (economia di mercato). Si organizzavano fiere: grandi mercati tenuti in alcune località europee. I maggiori centri di commercio gravitavano lungo le coste del Mediterraneo. Lo sviluppo dei commerci fu favorito dai miglioramenti nelle vie di comunicazione e nella navigazione. Il commercio favori la ripresa dell'economia monetaria ed il prestito ad interesse (usura). Si investirono capitali formando società e compagnie (imprese commerciali su base famigliare) che operavano nell'attività cantieristica e commerciale. Le attività finanziarie venivano svolte dai cambiavalute, una nuova figura professionale. La rinascita dell'Europa dopo l'XI secolo fu tanto più evidente se paragonata al resto del mondo. Dopo il 1000 l'Europa seppe sfruttare la tecnologia orientale a proprio vantaggio, modificò il sistema politico istituzionale per favorire gli scambi, introdusse innovazioni nel sistema creditizio e bancario, e adeguò il sistema fiscale. Il mercante fu il simbolo della nuova epoca di rinascita dell'economia e delle città. Il commercio venne accettato come attività lecita se esercitato, però, come servizio per il prossimo e senza avidità. I borghesi dopo l'XI secolo si integrarono come cittadini. Si approfondì la contrapposizione tra contadini e cittadini. La borghesia tendeva a imitare gli stili di vita degli aristocratici con l'obbiettivo di integrarsi nella nobiltà che per tutto il Medioevo restò l'ordine più prestigioso. La diffusione dell'aritmetica tra i mercanti per esigenze professionali fu agevolata dall'introduzione dell'abaco e dei numeri arabi. Questa esigenza portò anche all'invenzione dell'orologio. Le città ripresero vitalità con i commerci soprattutto in Italia. Nelle città aumentò la popolazione: vi si trasferirono feudatari e soprattutto contadini. Dalle nuove attività urbane nacque la borghesia (formata da artigiani, mercanti, banchieri, medici, avvocati, notai). Gli artigiani delle città si unirono in associazioni di mestiere, le Arti (o Corporazioni), che ne regolamentavano l'attività. I professionisti formavano le Arti maggiori mentre i mercanti o gli artigiani aderivano alle Arti minori. Le confraternite erano gruppi di persone dello stesso quartiere o fedeli di un Santo Protettore ed erano finalizzate alla beneficienza. Le università nacquero come associazioni di intellettuali e studenti (provenivano da agni parte dell'Europa e spendevano molto denaro per mantenersi gli studi). Le città costiere dell'Italia erano favorite nei commerci. Per difendere la propria libertà economica si costituirono in Repubbliche. Le più importanti Repubbliche marine furono Venezia, Amalfi, Pisa e Genova. La società urbana era costituita: dai MAGNATI (nobili e proprietari terrieri); il popolo GRASSO (ricca borghesia); il popolo MINUTO (piccola borghesia); dagli operai e da una popolazione marginale esclusi dalla vita politica. Le trasformazioni economiche diedero vita a una nuova organizzazione politica: il Comune, cioè un'associazione dei membri più rappresentativi della società cittadina che con un giuramento si impegnavano in compiti di governo e di amministrazione. La CONIURATIO, il giuramento collettivo, istituiva il Comune. Il governo della città era affidato ai consoli che avevano compiti militari, gestivano le finanze, amministravano la giustizia, tenevano i rapporti diplomatici. Erano affiancati da un Consiglio, un'Assemblea popolare formata da cittadini, che eleggeva i Consoli ed esercitava il potere legislativo. Le norme che regolavano la Istituzioni erano fissate nello Statuto cittadino. I cambiamenti demografici, economici, sociali e politici, avvenuto intorno all'anno 1000 determinarono un cambiamento anche del paesaggio urbano: vennero allargate le mura della città e creati nuovi edifici istituzionali come il palazzo comunale e le cattedrali.

mercoledì 2 ottobre 2013

L'Europa feudale

Il termine Medioevo fu utilizzato nel Rinascimento per indicare "l'età di mezzo" tra l'età classica greco-romana e il loro tempo.In origine il termine Medioevo più che una definizione era un giudizio:epoca sentita come decadente ma in realtà ricca di innovazioni in tutti i campi delle attività umane.Il Medioevo (476-1492 d.C.) è diviso in: -Alto Medioevo (476-1000 d.C.) in cui l'Europa si riorganizzò in nuove forme politico-istituzionali; -Basso Medioevo (1000-1492 d.C.) che comprende la fase di crescita e sviluppo economico dell'Europa occidentale; -Tarda Antichità (III-VIII sec.d.C) che consente di riconoscere l'importanza della diffusione del cristianesimo. I Franchi e l'impero carolingio si legarono alla Chiesa di Roma (da qui "Sacro Romano Impero"):l'Europa occidentale acquisiva una nuova identità rappresentata dall'alleanza fra il potere spirituale della Chiesa e quello temporale dell'imperatore. Il papa influenzava la società tramite l'aristocrazia religiosa costituita dagli abati e dai vescovi;la Chiesa deteneva il controllo sulla cultura e sull'istruzione.L'organizzazione amministrativa dell'Impero di Carlo Magno aveva il suo centro nella corte;i conti, i marchesi e i duchi erano delegati dall'imperatore a governare le contee, le marche e i ducati. Dopo la morte di Carlo Magno (814 d.C.), in seguito al giuramento di Strasburgo (842 d.C.) e al trattato di Verdun (843 d.C.), l'Impero venne diviso in 3 parti assegnate ai suoi nipoti: -a Lotario il Regno d'Italia (Lotaringia); -a Ludovico il Germanico il Regno di Germania; -a Carlo il Calvo il Regno di Francia. Durante le lotte di successione per l'eredità dell'Impero, i grandi feudatari si rafforzarono a tal punto da ottenere nell'877 con il Capitolare di Quierzy di Carlo il Calvo il riconoscimento dell'ereditarietà dei loro terreni. Carlo Magno utilizzò il sistema di vassallaggio, cioè un legame personale tra sè e un suo subordinato, il vassallo, che doveva garantire la difesa, ricevendo in cambio un beneficio, cioè un territorio da amministrare e da cui traeva di che vivere.Con feudalesimo si intende quindi l'organizzazione economica, sociale e politica tipica dell'età basso medievale fondata su legami di fedeltà e reciproco aiuto. Intorno al 1015 il vescovo Adalberone di Laon elaborò la teoria dei tre ordini dalla quale si ebbe la tripartizione:il clero (oratores), i guerrieri (bellatores) e tutti gli altri che lavoravano (laboratores).Essi formavano tre ordini:l'ordine è un insieme di individui che godono degli stessi diritti. Durante l'epoca feudale la cavalleria si affermò come l'arma più efficacie soprattutto per l'avvento di due innovazioni tecniche:la sella (nel I sec. d.C.) e la staffa (nell'epoca di Carlo Magno).L'etica cavalleresca aveva come fondamento le virtù della lealtà e del coraggio. Tra la fine de IX e il X secolo le invasioni dei Saraceni, dei Normanni e degli Ungari sconvolsero l'Europa occidentale. I Saraceni conquistarono la Sicilia:l'invasione dell'isola si protrasse a lungo, dall'827 al 902, e fu possibile a causa della debolezza dei Bizantini.Dalla Sicilia i Saraceni poterono attaccare altre zone dell'Italia;l'isola divenne il centro di traffici commerciali e un ponte di cultura fra Occidente e Oriente. i Normanni (detti anche Vichinghi o Vareghi) si insediarono in Francia dove alcuni ottennero dal re alcune contee settentrionali da cui ebbe origine il ducato di Normandia.Altri raggiunsero l'Irlanda e l'Inghilterra, dove fondarono uno Stato normanno.Infine, nei primi decenni dell'XI secolo arrivarono nel Meridione d'Italia. Gli Ungari nel IX secolo si insediarono in Pannonia e tra l'896 e il 955 effettuarono incursioni soprattutto in Germania, in Francia e nell'Italia settentrionale.Il pericolo ungaro cessò solo nel 955, quando l'imperatore tedesco Ottone I li sconfisse nella battaglia di Lechfeld.Gli Ungari si ritirarono allora in Pannonia, che proprio da loro prese il nome di Ungheria. A partite dal IX secolo si diffusero in tutta Europa edifici fortificati, i castelli.Questo fenomeno, definito dagli storici "incastellamento" favorì la formazione di vere e proprie signorie locali. Dopo la disgregazione dell’Impero carolingio, la forte autonomia acquisita dai feudatari tedeschi diede luogo a un periodo di anarchia.Nel 919 fu eletto imperatore Enrico I l’Uccellatore che diede inizio a una nuova dinastia imperiale:la dinastia di Sassonia. Morto Enrico, fu il figlio Ottone I (936-973) a ricevere nel 962 da papa Giovanni XII la corona imperiale.Per limitare il potere dei feudatari, Ottone I prese ad affidare i feudi a dei vescovi (vescovi-conti).Nel 962 Ottone I promulgò il cosidetto Privilegio di Ottone che stabiliva che nessuno potesse essere consacrato papa senza il consenso dell’imperatore;inoltre obbligava il pontefice a giurare fedeltà all’imperatore.Ottone si impegnò ad ampliare i confini dell’Impero verso est e verso sud. Con Enrico II di Baviera (1002-1024) si estinse la dinastia di Sassonia e con il suo successore Corrado II il Salico (1024-1039) ebbe inizio la dinastia di Franconia.Corrado II il Salico fu costretto a emanare la Constitutio de feudis (1037) con cui concesse l’ereditarietà anche dei feudi minori. In Francia la presenza dei Normanni era fonte di grande instabilità politica.Il re di Francia, Carlo III il Semplice legò a sé i Normanni con un rapporto di vassellaggio ed ebbè inizio un lungo periodo di anarchia feudale. In Inghilterra, nel 1016 il vichingo Canuto il Grande (1014-1035) divenne re;alla sua morte salì al trono Aroldo (potente feudatario inglese) ma il duca di Normandia Guglielmo (1066-1087) rivendicò il proprio diritto di successione e nel 1066 con la battaglia di Hasting si meritò il titolo di Conquistatore:fu l’inizio del dominio normanno in Inghilterra.In circa trent’anni i Normanni, prima con Guglielmo il Guiscardo poi con suo fratello Ruggiero d’Altavilla, riuscirono nell’impresa di sottomettere tutto il Sud d’Italia:nel 1130, Ruggiero d’Altavilla ottenne dal papa il titolo di re di Sicilia, Calabria e Puglia. Nel 1054 si giunse alla separazione tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli.Lo scisma prese avvio da controversie superabili, ma affondava le proprie radici nella secolare rivalità tra le due Chiese;dopo lo scisma la Chiesa di Costantinopoli si proclamava ortodossa mentre quella di Roma si dichiarava unica e cattolica. A partire dall’XI secolo si diffuse la credenza che i re fossero in grado di guarire con il solo tocco delle mani le scrofole (imfiammazione delle ghiandole linfatiche dovuta al bacillo della tubercolosi):erano i cosidetti re taumaturghi.Secondo il Privilegio di Ottone del 962, il papa non solo non poteva essere eletto senza il consenso dell’imperatore, ma doveva addirittura giurargli fedeltà, in quanto si credeva che l’imperatore fosse superiore al papa. Nel 910 a Cluny, in Borgogna (Francia), venne fondata un’abbazia che poneva attenzione allo studio e alla preghiera;i fondatori di Cluny avevano inoltre sottomesso il monastero e i suoi beni direttamente al papa.Molti nuovi ordini seguirono le orme di Cluny.La riforma della Chiesa venne sostenuta anche dal “basso” da movimenti popolari che combattevano la corruzione del clero. Ildebrando di Soana (1015-1085), convocando nel 1059 a Roma, nel palazzo di Laterano, un concilio, stabilì che in futuro a eleggere il papa sarebbero stati i cardinali (vescovi).Con il Concilio Lateranense nel 1073 fu lo stesso Ildebrando a divenire papa con il nome di Gregorio VII.Nel 1075 con il Dictatus papae si dichiarava il papa superiore a qualsiasi altra autorità.Enrico IV (1056-1106) nel 1076 convocò a Worms un concilio di vescovi tedeschi nel quale il papa venne dichiarato deposto;lo stesso imperatore inviò poi a Gregorio VII una lettera in cui lo malediceva e Gregorio VII riscose scomunicandolo:aveva così inizio la lotta per le investiture.Nel gennaio 1077 il papa acconsentì a torgliergli la scomunica:Enrico IV era di nuovo il legittimo imperatore e convocò un concilio a Bressanone (1080) dove Gregorio VII fu dichiarato deposto e sostituito da un antipapa, Clemente III. Il figlio di Enrico IV, Enrico V, fece imprigionare il padre e assunse il titolo imperiale (1104).A contrastare Enrico V fu papa Pasquale II:i due trovarono un accordo, il cosidetto Concordato di Sutri (1111), in base al quale Enrico V avrebbe rinunciato alle investiture mentre il papa avrebbe imposto ai vescovi di restituire all’imperatore tutti i privilegi da lui ottenuti.Enrico V denunciò l’accordo e strappò con la forza al papa il diritto di nominare i vescovi;Pasquale II dichiarò nulle le concessioni fatte a Enrico V. Nel 1122, con il Concordato di Worms, stipulato da Enrico V e Callisto II, si stabiliva un principio generale:la nomina dei vescovi spettava al papa e, una volta nominati, i vescovi potevami ricevere dall’imperatore incarichi politici.La soluzione raggiunta eliminava i motivi più acuti del contrasto;tuttavia, il Concordato di Worms compiva il primo passo verso la distinzione di ambiti e compiti tra Chiesa e Stato.