giovedì 24 ottobre 2013

La rinascita economica dell'Occidente

Nell'anno 1000 vennero poste le basi di un successivo "boom" che caratterizzò i secoli dell'età moderna (XV-XIX) e diede all'Europa il primato economico nel mondo. Nel I e II secolo del I millennio l'economia attraversò un ciclo positivo in cui l'Impero romano raggiunse il suo apice: si era sviluppata un'economia monetaria stabile e il centro di questo sistema economico erano le città. Il benessere e la prosperità economica di questa fase erano determinate da tre fattori principali: la pace e la stabilità politica, la presenza di un'efficace rete di comunicazioni e la varietà e l'unità del territorio imperiale. Il ciclo positivo iniziò ad entrare in crisi verso la fine del III secolo, causata dall'instabilità politica e dalle guerre che caratterizzarono l'ultimo periodo dell'Impero. L'Oriente, più ricco e meglio organizzato politicamente, superò la crisi e trasmise l'eredità della romanità all'Impero bizantino. L'Occidente invece si avviò verso la rovina e la disintegrazione. Il momento più critico per l'Occidente si verificò dal VI all' VIII secolo. I problemi più gravi di questo periodo furono lo spopolamento, l'abbandono delle città, la regressione a un'economia naturale e la crisi dell'agricoltura. Nell'Alto Medioevo la crisi impose una riorganizzazione dell'economia. Dalla prosperità dei primi anni dell'Impero romano, si passò ad un sistema economico essenzialmente agrario, poco differenziato e con scambi limitati a livello locale (economia curtense). Durante l'Alto Medioevo la terra venne progressivamente divisa in possedimenti chiamati CURTES o VILLAE concentrati nelle mani di re o importanti signori feudali cioè nobili, ed ecclesiastici. Le CURTES appartenevano ad un DOMINUS cioè un "signore"; ogni CURTIS era divisa in due parti: la PARS DOMINICA che era la parte riservata al padrone e la PARS MASSARICIA che era la parte affidata in concessione a servi o a contadini liberi che pagavano al signore un canone. La PARS MASARICIA era divisa in MANSI: INGENUILI, se affidati a contadini liberi e SEVILI se affidati a dei servi che godevano di una certa autonomia. I lavoratori della terra nella CURTIS erano i servi (=schiavo). Con il tempo la parola "servo" non indicò più un bene che si poteva vendere e comprare ma il contadino legato alla terra (servitù della gleba). Invece, coloro che venivano comprati e venduti, presero ad essere chiamati slavi (diede origine alla parola schiavo). La signoria locale era il territorio sul quale il signore esercitava una serie di poteri pubblici: il potere di riscuotere le tasse, quello militare e giudiziario. La signoria locale era dunque anche un centro economico autosufficiente in cui si produceva il necessario per la vita della comunità. Era però una società economicamente bloccata perchè il SURPLUS che si produceva era minimo. I centro della signoria locale era costituito dal castello, che si trovava nella PARS DOMINICA, dove tutti si rifugiavano in caso di attacco militare. Dal castello il signore esercitava il potere: riscuoteva i tributi, regolava l'uso delle strutture di pubblica utilità, amministrava la giustizia, occupandosi di controversie locali o di piccoli crimini. La signoria era dunque una sorta di "microcosmo". Intorno all'anno 1000 l'Europa conobbe la rinascita dell'Occidente. La crescita della popolazione e quella dell'economia si stimolarono a vicenda. Questa rinascita generale ed in particolare la ripresa dell'economia fu il prodotto di vari fattori concomitanti: il clima divenne meno freddo e meno piovoso, cessarono le invasioni, furono introdotti nuovi strumenti per lavorare la terra, la necessità di aumentare le risorse alimentari spinse i contadini a dissodare o a bonificare nuove terre. Un elemento importante di ripresa riguardò anche la condizione dei servi: molti di loro diventarono dei contadini liberi, nelle condizioni di crearsi una famiglia e di mettere al mondo dei figli. In agricoltura si diffuse un nuovo aratro: l'aratro pesante in ferro e montato su ruote che ne rendevano più agevole il traino. Si diffusero anche altri strumenti in ferro come la falce o i ferri per gli zoccoli degli animali. A queste innovazioni si aggiunse la diffusione del mulino ad acqua o a vento. Nel mondo antico e medioevale l'unico concime conosciuto era il letame. Era necessario far riposare periodicamente il terreno con la rotazione delle colture. Rotazione biennale: metà terreno veniva coltivato mentre l'altro lasciato a riposo. Rotazione triennale: un terzo dei campi era seminato in autunno, un terzo in primavera ed un terzo lasciato a riposo. Tra il X ed il XIII secolo la popolazione europea raddoppiò. L'aumento della popolazione fornì sia le braccia necessarie che la spinta per dissodare nuove terre. Sorsero villaggi. Furono bonificate zone paludose e gli uomini iniziarono a stanziarsi sulle montagne. Dopo l'XI secolo lo sviluppo agricolo consentì di disporre di eccedenze che venivano vendute nei mercati dei villaggi o delle città (economia di mercato). Si organizzavano fiere: grandi mercati tenuti in alcune località europee. I maggiori centri di commercio gravitavano lungo le coste del Mediterraneo. Lo sviluppo dei commerci fu favorito dai miglioramenti nelle vie di comunicazione e nella navigazione. Il commercio favori la ripresa dell'economia monetaria ed il prestito ad interesse (usura). Si investirono capitali formando società e compagnie (imprese commerciali su base famigliare) che operavano nell'attività cantieristica e commerciale. Le attività finanziarie venivano svolte dai cambiavalute, una nuova figura professionale. La rinascita dell'Europa dopo l'XI secolo fu tanto più evidente se paragonata al resto del mondo. Dopo il 1000 l'Europa seppe sfruttare la tecnologia orientale a proprio vantaggio, modificò il sistema politico istituzionale per favorire gli scambi, introdusse innovazioni nel sistema creditizio e bancario, e adeguò il sistema fiscale. Il mercante fu il simbolo della nuova epoca di rinascita dell'economia e delle città. Il commercio venne accettato come attività lecita se esercitato, però, come servizio per il prossimo e senza avidità. I borghesi dopo l'XI secolo si integrarono come cittadini. Si approfondì la contrapposizione tra contadini e cittadini. La borghesia tendeva a imitare gli stili di vita degli aristocratici con l'obbiettivo di integrarsi nella nobiltà che per tutto il Medioevo restò l'ordine più prestigioso. La diffusione dell'aritmetica tra i mercanti per esigenze professionali fu agevolata dall'introduzione dell'abaco e dei numeri arabi. Questa esigenza portò anche all'invenzione dell'orologio. Le città ripresero vitalità con i commerci soprattutto in Italia. Nelle città aumentò la popolazione: vi si trasferirono feudatari e soprattutto contadini. Dalle nuove attività urbane nacque la borghesia (formata da artigiani, mercanti, banchieri, medici, avvocati, notai). Gli artigiani delle città si unirono in associazioni di mestiere, le Arti (o Corporazioni), che ne regolamentavano l'attività. I professionisti formavano le Arti maggiori mentre i mercanti o gli artigiani aderivano alle Arti minori. Le confraternite erano gruppi di persone dello stesso quartiere o fedeli di un Santo Protettore ed erano finalizzate alla beneficienza. Le università nacquero come associazioni di intellettuali e studenti (provenivano da agni parte dell'Europa e spendevano molto denaro per mantenersi gli studi). Le città costiere dell'Italia erano favorite nei commerci. Per difendere la propria libertà economica si costituirono in Repubbliche. Le più importanti Repubbliche marine furono Venezia, Amalfi, Pisa e Genova. La società urbana era costituita: dai MAGNATI (nobili e proprietari terrieri); il popolo GRASSO (ricca borghesia); il popolo MINUTO (piccola borghesia); dagli operai e da una popolazione marginale esclusi dalla vita politica. Le trasformazioni economiche diedero vita a una nuova organizzazione politica: il Comune, cioè un'associazione dei membri più rappresentativi della società cittadina che con un giuramento si impegnavano in compiti di governo e di amministrazione. La CONIURATIO, il giuramento collettivo, istituiva il Comune. Il governo della città era affidato ai consoli che avevano compiti militari, gestivano le finanze, amministravano la giustizia, tenevano i rapporti diplomatici. Erano affiancati da un Consiglio, un'Assemblea popolare formata da cittadini, che eleggeva i Consoli ed esercitava il potere legislativo. Le norme che regolavano la Istituzioni erano fissate nello Statuto cittadino. I cambiamenti demografici, economici, sociali e politici, avvenuto intorno all'anno 1000 determinarono un cambiamento anche del paesaggio urbano: vennero allargate le mura della città e creati nuovi edifici istituzionali come il palazzo comunale e le cattedrali.

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